Credo che ogni persona
debba cercare nella propria vita,ciò che di più reale esiste, ciò
che ogni mattina dà una motivazione al sorgere del sole. Nella
società in cui viviamo i giorno è segnato dal battere ritmico di
lancette che scindono il passare del tempo. Minuti e secondi. Ci
viene imposta una velocità, un ritmo , che spesso non ci appartiene
che facciamo fatica a tenere che ci stanca. Col tempo non ci si dà
più nemmeno importanza, si crede che esso sia il nostro”passo”,il
nostro ritmo. Ci si dimentica così del sole della sua mattina, del
canto degli uccelli che intonano poesie al sorgere del giorno. Ci si
dimentica del profumo della terra quando ancora assonnata aspetta il
primo calore .E l'alba diventa il cartellino del lavoro, il suono
acido di una sveglia, e la natura riprende a dettare il suo tempo,
solo quando ci vengono concesse ferie o tempo libero.
Questo continuo correre
seguendo due lancette sempre uguali sempre le stesse, mi ha portato a
essere schiavo di monotonie, un immersione totale in un abitudine che
piano piano cominciava a nascondere il sole. Per cercare di arrestare
il ritmo della società, il frenetico suo passo, decisi di non
possedere nulla che disegnasse il passare della mia giornata della
mia notte. L'orologio. Mi accorsi però che non è in un simbolo, non
in un gingillo, che sta la chiave. Il tempo veniva dettato lo
stesso..comunque la sveglia suonava, comunque il pranzo è a
quell'ora e la cena lo stesso...Sentivo il bisogno di sentirmi fuori
da quella ruota che inesorabile rotola dando movimento alle nostre
giornate. Un dubbio si inseriva piano piano all'interno delle mie
certezze quasi beffandosi della mia vita. UN dubbio difficile da
scovare che si nasconde dietro i sorrisi dietro i pianti trattenuti
dietro una mano stretta e un abbraccio negato per galateo...
Fu così che scelsi di
parlare con l'oceano.
Nella vita nulla è mai
per caso e le scelte che facciamo sono sempre dettate da un fine, da
un qualcosa di più grande , da un desiderio da una certezza. Proprio
in base a questa mia “teoria”, il giorno in cui Claudio, mi
raccontò del suo secondo Cammino di Santiago con fine sull'oceano,
non potei che rimanere stupito. -Voglio parlare con l'oceano e un
amico arriva dal niente e mi incanta cn un cammino che porta
all'oceano- pensai... Un cammino antico di quasi 2000 anni. Una terra
persorsa a piedi per secoli da pellegrini e cercatori. Un unica
strada che seguendo sempre occidente porta a abbracciare l'oceano.
Mentre mi raccontava la
sua esperienza, il suo “viaggio”, i suoi occhi divennero per me
lo schermo per il più bello dei film, i cui regista era la fantasia.
Le sue parole correvano sulle coline, fra gli alberi secolari,si
impennavano in alto fino a soffiare sulle pale dei mulini a vento, si
fermavano a rendere omaggio a templari e finivano a piangere davanti
a una cattedrale per poi tuffarsi nell'oceano. Rimasi parecchio a
ascoltera il suo racconto e cercai altre occasioni per poter navigare
in quell immaginario, fino al punto in cui senza chiedermi il perchè
decisi che la fantasia aveva costruito la barca e io ora dovevo
navigarla verso l'oceano.
Presi quindi la mia
decisione. Intraprendere i cammino di Santiago fino a Finisterra,
punto più occidentale del continente, dove si pensava finisse il
mondo. Lì incontrerò per la prima volta l'oceano e potrò rendere
omaggio alla sua enorme grandezza, arrivando nelle sue acque dopo
aver camminato 500 km. Era appunto questa la massima distanza a cui
potevo ambire, visto che il lavoro mi concedeva solo 3 settimane di
tempo. La mia città di partenza cominciava a prendere forma nella
mia fatasia.Leon.
Partenza: 2 giugno
Arrivo (a santiago): 14 giugno
Partenza da santiago:16 giugno
Arrivo a Fisterra: 18 giugno
Scorci della citttà di leòn.
Una tipica "comune" di Cicogne....
Prima tappa:
Albergue municipal di Villadangos del paramo.
aperitivo con amici pellegrini....
nuova alba.....nuova strada....
Puente del passo Sanroso (sul rio Orbigo)
Astorga....
L'idea era di fermarci sotto le fronde di Questo enorme albero...
Terza tappa: Fonsebadon
Hace algun tiempo en ese lugar
donde hoy los bosques se visten de espinos
se oyo la voz de un poeta gritar:
" Caminante no hay camino,
se hace camino al andar..."
donde hoy los bosques se visten de espinos
se oyo la voz de un poeta gritar:
" Caminante no hay camino,
se hace camino al andar..."
La croce di ferro.
Da qui ho cominciato a prendere il mio passo a vivere il mio cammino,
Concepito a lèon
Nato alla croce di ferro
Morto con l'ultimo sole di fisterra.
Una vita nellla vita....si comincia......
E con la "rinascita" si affermano i fratelli e compagni di cammino:
Alessandro e Mattia
.....Assorto nei pensieri un Sarracino medita sul suo passaggio sotto la croce di ferro...
......lunga ancora è la strada.....
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